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La Commissione europea ha presentato al Consiglio dell’UE una proposta di decisione che autorizza l’Italia a continuare ad applicare il meccanismo dello split payment sino al 30.6.2023 (comunicazione Commissione europea n. COM (2020) 242 final).

Con riguardo alle ragioni che hanno indotto l’Italia a chiedere la proroga della predetta autorizzazione UE, nella risposta alle interrogazioni parlamentari 25.6.2020 n. 5-04238 e 5-04239 è stato precisato, fra l’altro, che:

  • le analisi ex-post effettuate dall’Agenzia delle Entrate hanno dimostrato che il recupero strutturale complessivo di gettito evaso conseguito attraverso il meccanismo dello split payment è di circa 4,6 miliardi di euro;
  • l’introduzione del predetto meccanismo ha comportato, inoltre, una riduzione al 5,7% del tasso di “inadempimento fiscale” prima stimato tra il 16,24% e il 33,02%;
  • l’obbligo di fatturazione elettronica e il meccanismo dello split payment agiscono su due fenomeni diversi ossia, rispettivamente, l’evasione da omessa dichiarazione e l’evasione da omesso versamento.

Il MEF ha osservato, dunque, che non si è ritenuto opportuno rinunciare al gettito aggiuntivo assicurato dall’elevata efficacia della misura nel contrasto all’evasione, considerato che il costo in termini di minore liquidità per le imprese fornitrici della Pubblica Amministrazione è stato ridotto, prevedendo che le imprese fornitrici di soggetti in split payment abbiano diritto a ricevere in via prioritaria il rimborso dei relativi crediti IVA.

La decisione proposta dalla Commissione europea differisce al 30.6.2023 il termine finale di applicazione della decisione (UE) 25.4.2017 n. 784, in precedenza fissato al 30.6.2020.

La proposta in esame prevede, inoltre, l’impegno per l’Italia di trasmettere alla Commissione europea, entro il 30.9.2021, una relazione sulla situazione generale dei rimborsi IVA ai soggetti passivi interessati dalla misura e, in particolare, sulla durata media della procedura di rimborso nonché sull’efficacia di tale misura e di altre misure attuate per ridurre l’evasione fiscale nei settori interessati.

La relazione deve includere un elenco delle varie misure attuate e della relativa data di entrata in vigore.