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La Commissione Ue ha inviato al Consiglio Ue una proposta perché si continui ad applicare la misura speciale fino al 31 dicembre 2019.

Il 19 settembre 2016 la Commissione Europea ha richiesto al Consiglio dell’Unione Europea, che l’Italia sia autorizzata a continuare ad applicare, fino al 31 dicembre 2019, una misura speciale di deroga alle disposizioni della Direttiva 2006/112/CE in tema di limiti alla detrazione dell’Iva assolta sull’acquisto di alcune tipologie di mezzi di trasporto e sulle spese connesse.

Tali norme limitano il diritto di detrarre l’Iva assolta sull’acquisto di veicoli stradali a motore (ad eccezione dei trattori agricoli o forestali), normalmente adibiti al trasporto stradale di persone o beni, la cui massa massima autorizzata non supera 3.500 kg ed il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, non è superiore a otto. È limitato, inoltre, il diritto alla detrazione dell’Iva assolta sulle spese connesse a detti veicoli (componenti, ricambi, carburanti, lubrificanti, prestazioni di custodia, ecc.), L’imposta in parola, infatti, può essere recuperata solo parzialmente, in base ad una percentuale prestabilita e fissata nella misura del 40%.

La limitazione di cui trattasi comporta, al contempo, l’esonero, per i soggetti passivi IVA, dall’obbligo di contabilizzare ai fini fiscali, l’utilizzo privato.

La proposta di proroga della detrazione Iva al 40% ha una duplice finalità: ridurre in maniera significativa gli oneri amministrativi e contrastare l’evasione fiscale.

Difatti, per principio generale, il soggetto passivo ha diritto di detrarre l’Iva a lui addebitata a titolo di rivalsa in relazione agli acquisti o alle importazioni di beni e agli acquisti di servizi effettuati per porre in essere operazioni soggette al tributo. Allo stesso modo, l’utilizzazione per uso privato di un bene destinato all’impresa è assimilata alle prestazioni di servizi a titolo oneroso. Tuttavia sarebbe, particolarmente oneroso per il soggetto passivo dimostrare e per l’Amministrazione finanziaria verificare l’esatta suddivisione tra uso “commerciale” ed utilizzo “privato” dello stesso veicolo.

Infine, l’elevato numero di veicolo circolanti, aventi uso promiscuo, comporta un elevato rischio di evasione fiscale, che deve essere contenuto.