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Continua la lotta dell’UE contro i cosiddetti meccanismi di “tax ruling”. Prima di Apple oggetto di indagine sono stati gli accordi fiscali stipulati da Fiat Finance and Trade e Starbucks.

La lotta contro i cosiddetti meccanismi di “tax ruling” è iniziata diverso tempo fa e ha già fatto diverse “vittime” eccellenti.

Nell’ottobre del 2015, infatti, la Commissione Europea ha stabilito che Lussemburgo e Paesi Bassi hanno garantito vantaggi fiscali selettivi a Fiat Finance and Trade (controllata di Fca) e a Starbucks. In particolare, secondo l’Ue, Fiat Finance and Trade avrebbe pagato le tasse solo su una piccola parte del suo patrimonio contabile effettivo e lo avrebbe fatto a una remunerazione estremamente bassa. L’ipotesi è che se fossero state applicate le condizioni di mercato, gli utili imponibili dichiarati dall’azienda in Lussemburgo sarebbero stati 20 volte superiori. Mentre, Al gruppo americano, Starbucks, è stato sostanzialmente contestato di aver ricevuto un trattamento di favore dai Paesi Bassi che ha ridotto artificiosamente le imposte pagate dall’azienda con un “danno” per l’erario stimabile in 20-30 milioni dal 2008 ad oggi.

Lo scorso gennaio sono poi finite nel mirino della Commissione 35 multinazionali principalmente europee, tra le quali AbinBev e Atlas Copco perché avrebbero ricevuto un trattamento di favore dal Belgio. Anche in questo caso sarebbero state violate le norme sugli aiuti di Stato garantendo un regime fiscale capace di distorcere la concorrenza nel mercato unico dell’Unione. Complessivamente la Commissione ha dato “mandato” di recuperare 700 milioni di tributi.

Infine, sono in corso altre due indagini sul Lussemburgo in merito ai rapporti con Amazon e McDonald’s. Anche in questo caso ad essere sotto accusa sono i benefici fiscali concessi a multinazionali estere, i quali secondo la Commissione provocherebbero distorsioni nel mercato unico europeo.